Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

La leggenda di Tristano e Isotta ci è stata riportata da vari poemi francesi e tedeschi, ed è certo la più celebre di tutte



Fra le leggende bretoni ve n'è una che non fa parte del ciclo di Artù ma ha al suo centro la figura di un altro sovrano, Marco, re di Cornovaglia. Ci è stata riportata da vari poemi francesi e tedeschi, ed è certo la più celebre di tutte.

Secondo questa leggenda , re Marco, il più potente re della Cornovaglia, dà in sposa la propria sorella Biancofiore al re di un regno vicino, Rivalen, suo alleato. Questi però deve poco dopo andare in guerra e viene ucciso; Biancofiore, profondamente afflitta, dà alla luce un bambino a cui pone nome Tristano perchè nato nella tristezza e anch'ella dopo breve tempo muore.

Il piccolo Tristano, rimasto solo e perduto il regno che è stato conquistato da Morgan, l'uccisore di suo padre, viene allevato da Rohalt, il fedele scudiero di Rivalen, e educato da un altro scudiero, Governale; e cresce buono, forte, abile nel maneggiare le armi come nel suonare l'arpa.

Un giorno il giovinetto viene però rapito da alcuni pirati normanni; sbigottiti da una tempesta che minaccia di travolgere la nave, essi fanno voto di liberare il prigioniero se il mare si placherà, e così avviene. Tristano viene abbandonato su un lido sconosciuto e poco dopo si imbatte in alcuni cacciatori di re Marco, i quali ammirati dal suo nobile portamento, decidono di portarlo a corte.

Il sovrano si affeziona a quel giovinetto buono e bello che è forte nelle armi e lo diletta suonando dolcemente l'arpa. E il suo affetto per lui diviene naturalmente più forte quando Rohalt, giunto per caso in Cornovaglia, gli rivela che Tristano è suo nipote, il figlio di Biancofiore.

Cresciuto, Tristano sfida Morgan, lo uccide vendicando il padre e riconquista il suo regno; ma, legato ormai al re Marco, affida al fedele Rohalt il governo e torna presso lo zio. In quel periodo il re d'Irlanda aveva inviato in Cornovaglia il suo cognato, il gigante Moroldo, a esigere un tributo di trecento giovinetti e trencento fanciulle che la Cornovaglia doveva pagare ogni quattro anni per un antico patto.

Se Marco ricusa, dovrà opporre a Moroldo un suo campione. Nessuno dei baroni di Marco osa accettare la sfida, ma Tristano si fa avanti, combatte con lui e lo stende a terra colpito a morte. Il corpo di Moroldo viene portato in Irlanda, cucito in una pelle di cervo; e grande è il dolore della regina, sua sorella, e della bella Isotta la Bionda, sua nipote.

Quest'ultima, vedendo che nella testa dell'ucciso è rimasta infitta una scheggia della spada del suo uccisore, la estrae e la tiene come una reliquia per potere un giorno vendicare lo zio.


...Continua

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