Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Il mito di Erittonio

Alla città di Atene si ricollega anche un altro mito, che viene narrato in vari modi ed è di significato piuttosto oscuro.

Atena aveva raccolto un figlio di Efesto, che aveva anche lui le gambe serpentine, Erittonio, e, chiusolo in una cesta, lo aveva affidato alle tre figlie di Cécrope: Aglàuro, "la splendente", Erse, "la rugiadosa", e Pàndroso, "la tutta-rugiada", vietando loro di aprire il cestino.


Esse però, incuriosite, vollero vedere che cosa fosse là racchiuso e, alla vista di quel bambino per metà serpente, impazzirono di paura e si gettarono giù dall'Acropoli, o, secondo altri, divennero pietra dall'orrore.

Atena, allora, allevò lei stessa Erittonio nel suo tempio fatto costruire da Cécrope, che si chiamò Eretteo, e nel quale, più tardi, venne custodito, per ricordo, un serpente sacro. Divenuto adulto, Eretteo regnò in Atene e, per riconoscenza, istituì le celebri feste Panatenee in onore della dea.


 
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