Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Le lotte dei Titani e dei Giganti

Ma un nuovo dramma si preparava. Divenuto adulto, infatti, Zeus affrontò deciso il padre, lo costrinse a vomitare i cinque figli che erano stati ingoiati e che, appena tornati alla luce, si palesarono anche loro divinità adulte e valide, e, con il loro appoggio, si accinse a spodestare Crono e prendere il suo posto. Non fu una lotta facile perchè non tutte le divinità si mostrarono disposte ad aiutare il giovane dio. I Titani si divisero in due gruppi e, mentre Oceano, Iperione, Temi e Mnemòsine si schierarono sanz'altro dalla parte di Zeus, gli altri decisero di difendere il fratello Crono contro l'usurpatore. Zeus e i suoi sostenitori si insediarono sul monte Olimpo, nella Tessaglia, facendone la loro roccaforte; Crono si asserragliò con i suoi seguaci sul monte Otri, di fronte all'Olimpo. E la lotta fra le due schiere si prolungò per dieci anni.

 Finchè Zeus prese una decisione estrema: scese sotto terra, nella buia prigione nella quale Urano aveva un tempo  incatenati i Ciclòpi e i Centìmani, li liberò e si assicurò il loro aiuto. In breve, Crono e i suoi, folgorati dai fulmini dei Ciclòpi e bersagliati dagli enormi macigni che scagliavano contro di loro i Centìmani, furono volti in fuga e sprofondati nelle viscere della terra.

Non per questo terminò la lotta. Gea, guidata solo dal suo amore materno che non faceva distinzioni, non si rassegnò a vedere in libertà i Ciclòpi e i Centìmani ma imprigionati in vece loro i Titani, che erano pure suoi figli. E diede vita a un mostro enorme, Tifone, dalle cento teste, lanciandolo contro Zeus. Ma invano: il dio folgorò con un fulmine l'orribile fiera, e potè allora considerarsi vincitore.

Raggiunto il potere, Zeus affidò il regno del mare al fratello Posìdone, all'altro fratello, Ade, diede il governo dei regni sotterranei e tenne per sé il cielo e la terra. L'ultima lotta dovette essere però sostenuta dal nuovo sovrano contro i Giganti, nati dal sangue di Urano, i quali tentarono di dare la scalata al cielo ammucchiando montagne su montagne. Esìodo non parla di questo episodio, che tuttavia risale a una tradizione popolare molto antica. Naturalmente anche i Giganti furono vinti dagli dèi dell'Olimpo e incatenati ognuno sotto un vulcano dal quale continuarono a eruttare la loro rabbia impotente.


*Le spose di Zeus

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